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IL RUMORE DEL SILENZIO
IL RUMORE DEL SILENZIO
Teatro

Durata: 90 min

Lingua: Italiano

Regia: Renato Sarti

Con: Laura Curino, Renato Sarti

Critica Restituendo la dimensione tragica delle vite “normali” di uomini e donne travolte dalla strage di Piazza Fontana, Il rumore del silenzio racconta la casualità che diventa destino. Il testo, senza rinunciare a pochi ma essenziali cenni riguardanti i fatti politici e processuali, si sofferma sulla tragedia, spesso dimenticata, delle vittime e dei loro cari, concentrando l’attenzione soprattutto sugli aspetti umani, quelli circoscritti alla sfera prettamente personale. Partendo da piccoli oggetti banali (una cintura, un pacchetto di sigarette, una macchina da scrivere), il quotidiano si trasforma in Storia, nella convinzione che il teatro, anche quando tratta temi come questo, debba sempre partire dai legami affettivi e dai sentimenti umani più profondi, o, dopo un lungo percorso, arrivarvi.

Il 12 dicembre del 1969 alle 16 e 37, nella Banca dell’Agricoltura di piazza Fontana a Milano, esplose una bomba che causò la morte di 17 persone e ne ferì 86. Si cercò di far ricadere la responsabilità sui gruppi anarchici, anche se gli ideatori e gli autori erano da individuare negli ambienti della politica estera degli Stati Uniti e della CIA, dei neofascisti di Ordine Nuovo e della destra eversiva e in alcuni settori “deviati” dei servizi segreti, delle forze dell’ordine, dell’esercito e degli apparati dello Stato. In seguito ai primi arresti, il 15 dicembre l’anarchico Giuseppe Pinelli moriva, innocente, precipitando dalla finestra di un ufficio situato al quarto piano della Questura di Milano, dove era trattenuto illegalmente.

90 min

Lingua: Italiano

Regia: Renato Sarti

Con: Laura Curino, Renato Sarti

Critica Restituendo la dimensione tragica delle vite “normali” di uomini e donne travolte dalla strage di Piazza Fontana, Il rumore del silenzio racconta la casualità che diventa destino. Il testo, senza rinunciare a pochi ma essenziali cenni riguardanti i fatti politici e processuali, si sofferma sulla tragedia, spesso dimenticata, delle vittime e dei loro cari, concentrando l’attenzione soprattutto sugli aspetti umani, quelli circoscritti alla sfera prettamente personale. Partendo da piccoli oggetti banali (una cintura, un pacchetto di sigarette, una macchina da scrivere), il quotidiano si trasforma in Storia, nella convinzione che il teatro, anche quando tratta temi come questo, debba sempre partire dai legami affettivi e dai sentimenti umani più profondi, o, dopo un lungo percorso, arrivarvi.

Il 12 dicembre del 1969 alle 16 e 37, nella Banca dell’Agricoltura di piazza Fontana a Milano, esplose una bomba che causò la morte di 17 persone e ne ferì 86. Si cercò di far ricadere la responsabilità sui gruppi anarchici, anche se gli ideatori e gli autori erano da individuare negli ambienti della politica estera degli Stati Uniti e della CIA, dei neofascisti di Ordine Nuovo e della destra eversiva e in alcuni settori “deviati” dei servizi segreti, delle forze dell’ordine, dell’esercito e degli apparati dello Stato. In seguito ai primi arresti, il 15 dicembre l’anarchico Giuseppe Pinelli moriva, innocente, precipitando dalla finestra di un ufficio situato al quarto piano della Questura di Milano, dove era trattenuto illegalmente.
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